Dici Italia e dici Bel Paese: una nazione che vanta qualità, pregi ed eccellenze famosi e riconosciuti in ogni parte del globo, questo è indubbio. Ma c’è anche una realtà triste e dura che macchia e sfregia tutta questa lucentezza; una grave urgenza che si insinua fino – e soprattutto – alle radici del nostro popolo per irradiarsi pericolosamente in tutto il territorio: stiamo parlando della povertà educativa.
Secondo quanto rivelato dall’ultimo rapporto di Save the Children, in Italia moltissimi minori, tra bambini e adolescenti, non possono godere di alcun tipo di opportunità formativa scolastica o extrascolastica mettendo così a rischio il proprio futuro. La scuola, intesa sia come infrastruttura sia come organo di preparazione ed educazione socio-culturale dei minorenni, verte in condizioni davvero critiche.
I dati sono sicuramente allarmanti (si possono consultare al link www.savethechildren.it/pubblicazioni) e fanno un chiaro quadro della situazione attuale. Citandone uno su tutti, quasi il 25% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze in matematica e lettura; tale percentuale in più oscilla tra il 36% e il 29% tra gli adolescenti che provengono da famiglie con un basso livello socio-economico. Povertà educativa e povertà economica sono pericolosamente collegate tra di loro, e come in un circolo vizioso, l’una dipende fortemente dall’altra riaffermandosi di generazione in generazione. Se i servizi formativi scolastici e integrativi necessari ai minorenni per costruire la basi del proprio avvenire sono carenti o addirittura assenti, difficilmente questi avranno la possibilità di riscattarsi o farsi strada. Beninteso: si parla di servizi “base” come la scuola primaria a tempo pieno e mensa gratuita di qualità, nonché attività sportive e ricreative come il teatro, i musei o i siti archeologici. La qualità delle infrastrutture è fondamentale per lo sviluppo delle capacità di sperimentazione e apprendimento, ma nel nostro Paese quasi il 50% delle scuole è privo di un certificato di agibilità o abitabilità, di norme-antincendio o anti-sismiche.
La povertà educativa ha un’incidenza maggiore nel Sud d’Italia e nelle isole. Raddoppia, per la precisione, raggiungendo il meridione. E questo tipo di differenziazione territoriale è un’altra macchia che non dobbiamo più tollerare. Save the Children ha analizzato da vicino i punti critici del nostro sistema scolastico ed educativo e ha deciso di spezzare questo circolo vizioso lanciando la campagna “Illuminiamo il futuro” . Sono ben 3 gli obiettivi che l’associazione umanitaria vuole raggiungere entro il 2030 per “Liberare i bambini dalla povertà educativa”:
1 – Tutti i minori dovranno poter apprendere, sperimentare e sviluppare i propri talenti e capacità. In questo senso, tutti i ragazzi di 15 anni dovranno raggiungere le competenze necessarie in matematica e lettura e i minori dovranno svolgere almeno 4 attività culturali e sportive in un anno (come leggere, usare internet, andare a teatro e praticare con continuità uno sport).
2- Tutti i minori dovranno poter accedere a un’educazione di qualità. Ciò implica una scuola primaria e secondaria a tempo pieno e con attività extrascolastiche, una mensa di qualità gratuita, infrastrutture adeguate e dotate di connessione internet.
3 – Eliminare del tutto la povertà minorile per favorire la crescita educativa.
Con la realizzazione dei suoi Punti Luce in tutta Italia (attualmente i centri sono 13 su tutto il territorio e andranno ad aumentare), Save the Children ha già cominciato la sua battaglia alla povertà educativa accogliendo già più di 4.500 minori e offrendo supporto scolastico, nonché piani individuali di supporto per chiunque non abbia le possibilità economiche per accedere ai mezzi e ai beni culturali (come l’acquisto di libri, le spese scolastiche, la partecipazione a un campo estivo etc etc); il sostegno sarà indirizzato anche ai genitori attraverso, per esempio, consulenze legali, psicologiche o pediatriche.
Eliminare la povertà educativa aiuterà la nostra nazione ad avere radici più solide e sicure su cui costruire il futuro, ed essere davvero… un Bel Paese.
Articolo Sponsorizzato
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