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Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest) è un film del 1975 diretto da Miloš Forman.
Tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 (l’autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all’interno del Veterans Administration Hospital di Palo Alto in California), è uno dei pochi film nella storia del cinema (insieme a Accadde una notte di Frank Capra e Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme) ad aver vinto tutti e cinque gli Oscar principali (miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura non originale). Nel 1993 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Trama
Ospedale Psichiatrico di Stato di Salem (Oregon). Da un campo di lavoro carcerario americano, arriva Randle Patrick McMurphy a colloquio con il primario. Il Dottor Spivey spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto nell’ospedale psichiatrico per essere vagliato, cioè per determinare se la sua malattia mentale sia reale o simulata.
Il signor McMurphy accetta, ma pur sapendo di essere sotto osservazione in reparto tiene un comportamento ribelle nei confronti delle regole che rigidamente disciplinano la vita dei degenti. Un giorno, giocando a poker vince tutte le sigarette dei suoi compagni di malattia, così la caporeparto, Signora Ratched è costretta a razionarle. Ne nasce un violento parapiglia e si scaglia a pugni contro un infermiere. Finisce nel reparto agitati, dove è sottoposto ad elettroshock.
Sull’esempio di McMurphy, i degenti imparano ad essere “persone” e ad esprimere liberamente le proprie necessità, contro l’austera disciplina imposta dalla caporeparto Signora Ratched.
Quando McMurphy finalmente capisce che l’ospedale psichiatrico non è un luogo adatto a lui e pensa di potersene andare alla scadenza della pena, un inserviente gli fa notare che non è così. Lui, adesso che è considerato un ammalato psichiatrico e resterà lì, finché non verrà ritenuto guarito. Senza una data precisa di uscita e senza limiti di tempo, McMurphy decide di scappare.
Scoprendo che Bromden si è da sempre finto sordomuto per sbarcare il lunario in ospedale, decidono di scappare insieme in Canada. Ma, corrompendo il custode notturno, prima organizza una festicciola notturna d’addio per i compagni. Invece di scappare, McMurphy ubriaco si addormenta insieme a tutti e la mattina successiva, la Caposala Ratched trova il reparto devastato dalla baldoria. In particolare Bibit, a letto con una delle ragazze fatte entrare di nascosto per la festa.
La caposala minaccia di denunciare il suo operato alla madre e, di fronte all’ennesima violenza mentale subita, il ragazzo perde la testa e si suicida per la vergogna. Di fronte all’evidente responsabilità della Signora Ratched, McMurphy ha un attacco violento e aggressivo, così le salta addosso tentando di strangolarla, ma un inserviente lo stordisce.
A seguito dell’episodio la commissione medica dichiara McMurphy “pericoloso” e decide di curare la sua aggressività con una lobotomia. Quando l’indiano, Capo Bromden, lo ritrova instupidito e senza più forza di volontà, decide di non abbandonarlo al suo destino: lo uccide, soffocandolo con un cuscino. Poi strappa da terra un pesante lavabo di marmo e, scagliandolo contro una finestra e fugge dalla breccia, correndo lontano verso la libertà in Canada.
Un film dalla bellezza coinvolgente, che commuove e con un finale da brividi. La colonna sonora e i dialoghi accompagnano una regia magistrale di Milos Forman, creando un quadro ricco di contenuti e di emozioni. Un film efficace e polemico sul potere che emargina i diversi e sul fondo razzistico della psichiatria. Ha segnato la storia del cinema, trattando in maniera innovativa un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici, denunciando in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso cui vige un atteggiamento discriminatorio alimentato dalla paura dell’aggressività dell’alienato mentale.
Un cast eccellente, un ammirabile De Vito, ma soprattutto uno straordinario Jack Nicholson, che riesce a trasmettere al pubblico quell’infatuazione di libertà, di volere giustizia, uno dei temi più cercato dal film.
Il titolo
Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo’s nest (“Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo”). Il termine inglese “cuckoo” indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche “pazzo” e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con “qualcuno diventò pazzo”.
Fonti: Wikipedia, MyMovies, Web
Tags: cuculo, film, forman, libertà, lobotomia, mcmurphy, movie, nicholson, psichiatria, recensione